Campania Music

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Archivio per marzo, 2013

Il sound ipnotico dei Mothernoia


A cura di Roberto Ivaldi

Ascoltare musica non è una cosa per tutti. Significa entrare in una nuova dimensione, aprirsi una strada verso il nulla, per giungere alla completezza delle nostre sensazioni. Percorrere chilometri di pensieri e di ricordi, celebrare il silenzio tra un brano e l’altro mentre si attende di ripartire fino al prossimo stop. A volte si è obbligati a sentire in cuffia inutili motivetti che si fatica a definire musica, perché sono artificiali, senza anima. Non si sente lo spirito, il sudore del lavoro, la passione. E’ solo una gabbia che ci rende sterili, senza idee, senza personalità. Per fortuna, da qualche parte esiste un mondo diverso, che unisce chi fa musica, e chi ascolta. Vi porto a scoprire questo mondo, così vicino, così lontano.

I Mothernoia si formano nel 2010 nella provincia di Napoli, e nel 2011 iniziano a proporre la loro musica, che definiscono “post grunge melodico di stampo moderno con leggere venature dissonanti”. Il loro nome deriva dall’unione di tre parole: mother, modèrno e noia. Da Settembre 2011 ad Aprile 2012 si esibiscono mensilmente nel programma “RockIt” di Umberto Fiordispino su “Julie TV”. Ad Agosto 2012, dopo alcune variazioni di line up, entrano in studio per realizzare quello che sarà il loro primo EP, dal nome “Mothernoia”, presso Antipop con la coproduzione di Maddalena Bellini (Nameless Crime). La line up attuale è composta da Davide Fico (Voce, Chitarra), Angelo Cicatiello (Backing Vocals, Chitarra, Synth), e Giuseppe Moscato (Batteria).

Questo EP è composto da 5 brani, tutti legati da un filo di malinconia e aggressività. Un sound che nasce come graffiante e senza compromessi, ma che rivela una fortissima introspezione ed esalta le emozioni più intime, come in “Elide”, dove viene descritta una situazione tagliente e brutale, dove le chitarre implodono in una rabbia tecnica che sembra soffocare la fragilità del testo, in cui la chiave dell’acronimo “l.e.i.” va a fare da trait d’union con tutti gli altri brani, tra cui uno intitolato appunto “L.e.i.”, dove troviamo un sound più distaccato e di grande impatto emotivo, quasi come volere creare una cornice di forte interdipendenza fra i due brani, dove il testo racconta di una lotta tra una libertà negata ed una schiavitù che azzera i desideri, ma di cui non si può fare a meno. La parte strumentale è un aspro e a tratti dinamico grunge che ne enfatizza il testo. “Overdose da Jennifer” è un pezzo dal testo cinico, dove la voce del cantante assume un colore sadico e rude, con sfumature growl che si accompagnano ad un arrangiamento furioso e prepotente.

“Il non ritorno” sfrutta delle sezioni musicali più varie, con un valido virtuosismo della chitarra che offre una dinamica molto spinta al pezzo, nonostante la grande malinconia espressa nel testo, creando sensazioni confuse di un passato reso etereo da rassegnazione e amore. In “Senza Risposte” c’ è un messaggio di ribellione molto forte. E’ evidente la riflessione su chi si sente allo stesso tempo succube e assuefatto da questo mondo, su una vita fatta di desideri artificiali e di un’umanità sterile e senza significato. Una visione esterna e mistica, cantata con abilità da una voce che cerca disperatamente una via d’uscita. Anche l’arrangiamento si distingue tra brevi assoli di notevole valore tecnico e attimi di accompagnamento quasi impotente di fronte alla crudeltà di un testo, in cui è difficile non notare il triste scenario della nostra attualità. Tutti i testi sono molto coinvolgenti e possono risultare complessi ad un primo ascolto, ma sono ricchi di emotività ed esprimono un amore cupo, ma potentissimo.

Le atmosfere gelide e di grande energia della parte strumentale sono sicuramente pregevoli e oltre ad un effetto compositivo molto convincente, si notano alcuni spunti di abilità utili ad impreziosire questo lavoro. La vocalità del cantante è molto espressiva e tecnicamente preparata, belle le sfumature nei passaggi. La produzione è curata e impeccabile.

In conclusione, con questo EP i “Mothernoia” si rivelano un’affascinante progetto musicale, grazie ad un lavoro davvero valido e di grande capacità artistica che riesce, con il suo sound ipnotico,a catturare l’ascoltatore tra melodie malinconiche e sferzate di potenza grunge. Il tempo sembra fermarsi nel viaggio tra le 5 tracce del trio campano, per poi ripartire improvvisamente concentrando una serie di turbamenti e passioni davvero stimolanti. Al momento il gruppo sta lavorando su nuovo materiale, e viste le premesse, i “Mothernoia” si preparano a stupirci e ipnotizzarci ancora, ancora, e ancora.

http://www.facebook.com/pages/Mothernoia/169544506439329

http://www.youtube.com/user/Mothernoia

“Exordium” – Ephesar: il metal partenopeo dalle due anime


band napoli ephesar

Siete amanti del progressive metal ma non disdegnate sonorità melodiche e una bella voce delicata e femminile? I partenopei Ephesar potrebbero fare al caso vostro.

By Esserrenne 

Nata nel 2005 la band ospita musicisti con una formazione accademica alle spalle che sa sia picchiare duro travolgendo le vostre orecchie sia produrre degli arrangiamenti ben articolati, quasi orchestrali, che richiamano vagamente lo stile Dream Theater. Il cantato è affidato al timbro acuto ed elegante di Aurora Rosa Savinelli, che raggiunge con facilità note alte e sa trattarle con garbo, senza urlarle o caricarle di troppa enfasi; ci pensano Fabrizio e Adriano Flocco e Fulvio Petti (rispettivamente chitarra, batteria e basso) a sottolineare i testi dando loro la massima potenza, mentre Federico Matrusciano (tastiera) amalgama le asprezze della parte strumentale con il candore del canto. Pluripremiati e selezionati per la colonna sonora della web series fantasy italiana “Legends“ grazie al brano “Custode delle Ombre”, gli Ephesar sono sicuramente adatti agli amanti del metal stile Nightwish ma anche non troppo lontani da un target giovane genericamente interessato al rock. Un gruppo strutturalmente simile come gli Evanescence, ad esempio, ha riscosso un successo che si potrebbe definire trasversale per almeno due motivi: la buona qualità della musica e le caratteristiche vocali della sua “frontwoman”, apparentemente così in contrasto con il sound globale ma in realtà complementare ad esso, fondamentale per renderlo unico. Tornando agli Ephesar, In “Exordium”, riproposizione in italiano del loro primo album “Keep it real”, le tracce più delicate sono “Sognando il Tempo”, la brevissima “Notte” (entrambe strumentali) e “Tutto Tace”, in cui dallo stile canoro sembra di tanto in tanto trasparire un background riconducibile alla tradizione melodica napoletana; i più potenti “Ordine illusorio”, “Passi, Mani, Calore” e “Respiro Pietra” mentre gli arrangiamenti di “Labirinto”, soprattutto per quanto riguarda la chitarra, richiamano molto i Dream Theater. “Custode delle Ombre” è sicuramente la punta di diamante, l’equilibrio perfetto tra parole e musica, con pause e brusche virate sonore. Interessante anche “Il Prezzo della Vendetta”, continuamente in bilico tra tastiera e chitarra classica da un lato e batteria, basso e chitarra elettrica dall’altro; segno che nella band convivono felicemente due anime che, se ben miscelate, sanno dar vita a pezzi camaleontici, mai monotoni, resi ancora più particolari dalla scelta non usuale per il genere metal di cantare in italiano: una scelta che finora ha ripagato gli Ephesar con esibizioni live e partecipazioni a diverse manifestazioni musicali (sempre su invito, ci tengono a precisare; trovate la lista nella loro bio ed è una lista piuttosto lunga). Invitateli nella vostra playlist, sapranno come restarci. Esserrenne 

campania band metal